Commette reato il coniuge che sottopone ad intercettazione le telefonate dell’altro al fine di scoprire un’eventuale relazione extra coniugale, anche se indotto a tale comportamento per salvare l’unione familiare.
La Corte Costituzionale ha statuito che non può essere applicato il regime disposto dall’art. 384 c.p. (relativo a determinate cause di non punibilità per coloro che compiono reati contro l’amministrazione della giustizia per salvare sé o i prossimi congiunti da pericolo grave ed imminente) al convivente more uxorio, poiché è diverso il rapporto sotteso alla convivenza rispetto a quello creato con il matrimonio.
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